La
Parrocchiale dedicata a S. Margherita VM., viene iniziata
nel 1 783 e conclusa nel 1792, su progetto
dell'architetto luganese Felice Soave, formatosi presso
l'Accademia di Parma, alla scuola del francese Pctitot
che qui gettava i primi fondamenti del neoclassico
lombardo. La parrocchiale risulta significativa, in
quanto assume un ruolo esemplare per gli sviluppi
successivi dell'edilizia sacra in Lombardia. Essa
realizza in modo evidente gli ideali neoclassici che,
prendendo spunto dalla romanità, guardavano ai modelli
dei cinquecentisti italiani, in particolare al Palladio
ed al Vignola. L'architetto Soave si distingue per la
maestria nell'unire l'imponenza della struttura con la
cura degli ornamenti. La facciata, dimpianto
solenne a otto semicolonne di ordine gigante con
capitelli corinzi e frontone dilatato s'ispira
chiaramente al Pantheon. Linterno, caratterizzato
dall'ampio respiro della volta, della cupola e
dell'emiciclo absidale, attrae l'attenzione per
l'eleganza e l'armonia delle forme e degli spazi. Le
decorazioni della volta sono dei primi '900 e
raffigurano, il Cammino di Cristo sulle acque,
l'Esaltazione dell'Eucarestia e la Glorificazione di
S.Margherita; nei pennacchi delle volte figure di
Evangelisti e Profeti. Secondo la tradizione è stato costruito per volontà di un castellano ed adibito a Cappella di corte. Ledificio, che esternamente ha subito diverse trasformazioni, è difficilmente databile, ma esso può essere situato attorno agli ultimi anni del '400. Nella parte anteriore della chiesetta, un tempo esisteva un portichetto (nartece); aveva tre arcate in facciata e due sui fianchi, rette da pilastrini poggianti su un muretto che fungeva da recinzione e da sedile. Nel '700 quando la Parrocchiale venne costruita, questo portichetto veniva chiuso in modo da aumentare la capienza della chiesetta, l'interno ha invece mantenuto le sue forme originali: è un vano unico, coperto con travature a vista sostenute da archi in muratura, di grande apertura che immette nel presbiterio, concluso a sua volta da un'abside a planimetria poligonale con tazza a spicchi rilevati secondo l'abituale schema del tardo quattrocento. Notevoli gli affreschi che Scoprono le parti murarie, ci sono gruppi di angioletti che reggono i simboli della Passione, mentre sul vasto arco trionfale un Padre Eterno benedicente in gloria d'angeli tra le nubi. Sul lato sinistro si apre una cappella dedicata alla Madonna nelle cui volte sono situati tre affreschi di pregevole fattura raffiguranti scene della vita della Vergine. Le figure che hanno più evidenza sono le due Sante affrescate, come in finte nicchie; una di esse è S. Margherita patrona di Pandino, e l'altra è la titolare dell'Oratorio. La parrocchia di Pandino conserva una antica immagine della Madonna, denominata Beata Vergine Maria del Riposo o del Tommasone, immagine tanto cara alla memoria storica dei Pandinesi e alla loro devozione mariana perché preziosa testimonianza di una apparizione della Madonna nel secolo Cenni storici L'antico Santuario Ben
presto i Pandinesi vollero dar corso alle richieste della
Vergine Maria : nel 1432, dopo l'approvazione
ecclesiastica, decretarono la costruzione di un
Santuario; nel 1433 posero la prima pietra della chiesa
che fu terminata il 9 febbraio dell'anno
successivo. Documenti storici Gli atti che testimoniano l'esistenza dell'antico
Santuario chiamato "Oratorio della Beata Vergine
Maria del Riposo, del Tommasone o anche
dell'Apparizione" sono veramente innumerevoli.
Il nuovo Santuario A seguito dello sviluppo urbanistico del quartiere periferico ancora oggi denominato "Tommasone" e, nell'intento di recuperare le radici storiche della devozione alla Madonna del Riposo, la parrocchia si è impegnata a costruire, proprio accanto ai ruderi dell'antico edificio sacro, un nuovo Santuario, circondato da un'ampia area verde e arricchito da una struttura finalizzata alla carità e all'assistenza. Tutto ciò a testimoniare la fiducia dell'intera comunità nell'amore premuroso e materno della Vergine Maria |